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La fanteria nel XV secolo

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2019 18:40
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Città: PESCIA
Età: 31
Sesso: Maschile
20/11/2019 20:14

Inizio finalmente a scrivere quello che sono riuscito a ricostruire sulla fanteria del XV secolo in questi anni in cui me ne sono interessato.

Tutto sommato, non è molto, considerando che si tratta, in definitiva, di un'epoca abbastanza vicina a noi: paradossalmente, sembra che vi siano molte più informazioni sugli eserciti delle poleis greche e dell'antica Roma. In realtà, sull'argomento ci sarebbero probabilmente molte fonti ancora inesplorate, come ad esempio i registri della Compagnia del Della Vecchia di Lodi, nell'Archivio della Fraternita dei Laici di Arezzo (https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=143620&RicDimF=2&RicProgetto=reg%2dtos).

La prenderò molto larga, partirò dall'età comunale e ci metterò un po' a scrivere tutto.

I. Il XIII secolo e le fanterie comunali

Sulle fanterie comunali del XIII secolo abbiamo una mole di informazioni abbastanza significativa (si veda, per un quadro generale abbastanza completo, www.academia.edu/39515324/The_Changing_Army_of_Communal_Florence_around_the_time_of_Montaperti?show_app_store_popu... Non solo in quasi tutti gli statuti si ritrovano norme che regolano la composizione degli eserciti, ma possediamo anche alcuni documenti particolari, come il cosiddetto Libro di Montaperti o i quaderni della Biccherna senesi, che sono in grado di restituirci preziose informazioni.

Per sintetizzare, l'elemento tattico comune a tutte le fanterie comunali italiane è il gonfalone, o vexillum (da non confondere con la "bandiera", né col successivo "pennone"!).

In genere, ogni quartiere, sestiere o altra ripartizione territoriale della città forniva gli uomini che poi venivano assegnati a uno o più gonfaloni. Ad esempio, i sesti fiorentini, come emerge dal Libro di Montaperti e come confermato dalle Cronache del Villani, fornivano all'esercito comunale circa 3-4 gonfaloni ciascuno, sottoposti al "gonfalone maestro" del sesto e a quello del Comune (questo valeva sia per la fanteria che per la cavalleria. Quest'ultima presentava, almeno a Siena, una ulteriore suddivisione in "bandiere" da 25, almeno a Siena).

Tendenzialmente pare che questi gonfaloni fossero reparti piuttosto consistenti, quelli del Libro di Montaperti assommano a 300-400 uomini e comunque in genere siamo sopra le due centinaia di fanti.

Anche nella fanteria, poi, ritroviamo le "bandiere". A differenza degli omonimi reparti di cavalleria del Comune senese, però, le bandiere non sono reparti più piccoli e subordinati ai gonfaloni, ma sembrano da intendersi come "corpi speciali", al di fuori delle generalità dei fanti "comuni".

Così, dal libro di Montaperti riemergono le 3 bandiere di pavesari dell'esercito fiorentino, ciascuna composta da circa 300 soldati (o erano 200? non ricordo al momento!), a cui corrispondevano altrettante bandiere di balestrieri (si noti infatti che dalla stessa fonte si ricavano le istruzioni date all'esercito, secondo le quali pavesari e balestrieri dovessero operare congiuntamente....il che peraltro smonta abbastanza clamorosamente lo stereotipo, della cui origine non è dato sapere, della fanteria comunale "tripartita" in lancelunghe, baletrieri e palvesari, dal momento che queste ultime due specialità erano distinte e separate rispetto al resto della fanteria dei gonfaloni)

Ciascuno di questi gonfaloni, poi, era composto da diverse unità, che, è bene sottolinearlo, non avevano autonomia tattica, essendo vincolate al proprio gonfalone di riferimento.
A Firenze, tale unità prende il nome di venticinquina, ma si ritrovano raggruppamenti simili un po' in tutti i comuni dell'epoca. Si trattava essenzialmente degli uomini facenti capo alla stessa parrocchia (o populus, come si diceva a Firenze) e comandati, sempre nel caso di Firenze, da un capitaneus.

Il numero di venticinque non mi sembra scelto a caso: se si esclude il capitano, con funzioni di comando, i 24 uomini rimanenti possono essere divisi sia per 2 che per 3. Questa avrebbe consentito ai gonfaloni articolati sulle venticinquine di schierarsi su 4/8 ranghi oppure su 3/6, garantendo una grande libertà tattica.

Addirittura, Settia, in un suo saggio, lascia intendere che le fanterie comunali fossero in grado di raddoppiare o dividere i ranghi. Ora, premesso che non sono riuscito ad approfondire questo aspetto, saremmo di fronte a manovre simili di quelle utilizzate dagli opliti greci e dai legionari romani e, forse, derivate proprio da questi ultimi, attraverso una trasmissione di generazione in generazione del sapere militare.

In ogni caso, come vedremo (e come d'altronde abbiamo già visto per la cavalleria) 25 sembra essere un numero magico per l'arte e la prassi bellica italiana del medioevo, dal momento che lo ritroveremo per altri due secoli almeno...

Infine, prima di esaminare gli aspetti di continuità e discontinuità che emergono nel XIV secolo, voglio sottolineare come il modello dei gonfaloni sarebbe stato portato alla ribalta...nientemeno che dagli svizzeri alla metà del XV secolo, raggruppati sotto le fahnlein (piccole bandiere) cantonali, di simile consistenza numerica!

II. Il XIV secolo: continuità e discontinuità

The history of warfare in fourteenth-century Italy has not yet been written. It still remains for scholars to investigate such basic issues as strategy, the recruitment of soldiers, the size and composition of armies, and even the course of battles (William Caferro)

Preliminarmente, per quanto riguarda le fanterie del periodo, mi sento di consigliare anzitutto due testi:
1) file:///C:/Users/Utente/Downloads/3265-12596-1-PB%20(4).pdf
2) www.treccani.it/enciclopedia/la-formazione-dello-stato-patrizio-le-sfide-esterne-le-milizie-terrestri_%28Storia-di-Ven...

Nel XIV secolo a me sembra che si riscontrino due tendenze quasi contrarie: da una parte la sopravvivenza (e in molti casi l'evoluzione) dei reparti della milizia comunale; dall'altra l'emergere di formazioni mercenarie, che, per quanto già esistente nel secolo precedente, paiono adesso strutturarsi in forme stabili e, soprattutto, peculiari.

[continua...]
[Modificato da Francesco Forel 23/11/2019 16:45]
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